link all'articolo originale :  Museo Lombroso e la testa di Villella “Restituirla? No. Venite a visitarci..."

Il Museo Lombroso e la testa di Villella
“Restituirla? No. Venite a visitarci..."








Mi consenta a…Silvano Montaldo, direttore del museo “Lombroso”.
Il sindaco di Motta Santa Lucia ha detto che vi manda l’ufficiale giudiziario. Il giudice ha sentenziato che dovete restituire la testa del “brigante” Giuseppe Villella, il  fuorilegge calabrese morto in carcere nel 1872 il cui teschio, esposto nel vostro museo torinese, servì di base alla teoria dell’atavismo…

Lo so.

Avete ricevuto notifica del dispositivo, giusto?
Sì.

Ma fate ricorso? Ci sono termini precisi. Se no, arriva l’ufficiale giudiziario.
Sì, ci sono termini da rispettare, ma non so cosa faremo. Tutto è nelle mani dell’ufficio legale. La nostra posizione è che il Codice dei Beni culturali tutela i reperti museali.

Anche se sono teschi di persone morte di recente…
Il Codice penale stabilisce una differenza assai netta tra resti umani e cadavere. Pensi che in questo periodo c’è una mostra che gira il mondo esponendo cadaveri di detenuti cinesi…Da noi non c’è nulla di diverso rispetto a quasiasi museo anatomico.

Avete contro non solo un sindaco, ma anche, da anni, un comitato No Lombroso, un movimento d’opinione…come se lo spiega?
Non me lo spiego. Il museo però bisogna visitarlo.

Non è un museo pro-teorie lombrosiane, lei dice.
Esatto. Oltretutto la ricchezza delle collezioni va oltre. Parlo di uno degli archivi di foto segnaletiche di polizia più importanti del mondo, una collezione di tatuaggi, di strumenti di lavoro e di misurazione tipici del positivismo, qui si trovano i primi modelli per l’art brute…

Certo, su Lombroso (che negli anni ’60 dell’Ottocento studiò il brigantaggio) c’è un marchio antipatico: l’aver stabilito un nesso tra l’atavismo criminale e l’essere meridionali. Infatti li avrà sentiti, i neoborbonici, che cavalcano alla grande questa storia…
Lui prese posizione in un dibattito che vedeva all’opera i più importanti intellettuali e scienziati dell’epoca, Sergi, Sighele, oppure il siciliano Niceforo, che studiò la delinquenza in Sardegna…la dialettica nord-sud non c’entra, direi. Questo schema attualizzante non funziona.

Il sindaco di Motta Santa Lucia però dice di aver fatto ricorso per ragioni umanitarie, non meridionalistiche. È anche parente (per parte di moglie, dice)…
Ma non lo ha mai dimostrato. Gli eredi con noi non si sono mai fatti vivi.

 (Sergio Rizza)